Da piccoli ci siamo sentiti dire che per poter fare il bagno dopo aver mangiato bisogna aspettare almeno tre ore: è davvero così?
Talvolta ci sono delle abitudini o dei falsi miti che si trattano di generazione in generazione, senza capitone con esattezza perché. Un’abitudine tipicamente italiana, che incuriosisce molto gli stranieri, è quella di spettare almeno tre ore prima di entrare in acqua dopo aver consumato un pasto.
Questa abitudine dell’attesa, si verifica soprattutto al mare, ma in alcuni casi viene rispettata anche a casa in occasione di una doccia o di un bagno in vasca. Se l’attesa tra le mura domestiche è sicuramente più confortevole, quella da rispettare in spiaggia, sotto il sole cocente dell’estate, rappresentano un’autentica tortura.
Ma quanto c’è di vero in quest’abitudine tipicamente italiana? Cosa succede se ci si tuffa in acqua dopo aver consumato il pranzo?
Le persone che oggi hanno almeno 40 anni, da piccoli, si saranno sentiti dire almeno una volta di non tuffarsi subito in acqua dopo aver consumato il pranzo in spiaggia. I bambini di questa generazione hanno vissuto una vera e propria “tortura” perché, nelle ore più calde della giornata, non potevano rinfrescarsi in acqua e dovevano attendere le famose tre ore post pranzo.
In favore di questa teoria non c’è alcuna prova scientifica e, ad oggi, possiamo affermare con assoluta certezza che quella delle tre ore post pranzo è una credenza popolare. Si tratta di una di quei moniti tramandati di generazione in generazione, senza che vi fosse un reale rischio nel tuffarsi in acqua dopo aver mangiato un panino.
Ad oggi, non esistono prove scientifiche che dimostrano una correlazione tra l’annegamento e l’essersi tuffati a mare dopo aver mangiato. Tuttavia, è bene ricordare che il problema legato al tuffarsi in acqua dopo pranzo ha a che fare con lo shock termico.
In pratica se si entra velocemente in acqua molto fredda può avvenire un vero e proprio collasso circolatorio, che determina un’ipotensione, ovvero un calo della pressione sanguigna. Questa condizione può determinare il verificarsi di vertigini e vomito.
Chiaramente se sei in acqua il rischio di annegamento aumenta in maniera esponenziale, a causa della possibile perdita di coscienza.
Per questo motivo, è sempre bene entrare in acqua con cautela, sia a stomaco vuoto che a stomaco pieno. In pratica è necessario che il corpo riesca ad abituarsi alla differenza di temperatura in maniera graduale, evitando lo shock termico.
Vi è poi un’altra questione da considerare: quando si ha lo stomaco pieno vi è una maggiore affluenza di sangue e ossigeno in questa zona del corpo. Per questo motivo, dopo pranzo si avverte una sensazione di sonnolenza: al cervello fluisce meno ossigeno.
Per questo motivo, entrare in acqua o comunque svolgere un’attività fisica post pranzo può determinare una riduzione della digestione, che sfocia poi in una cattiva digestione.
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