Il forte legame fra Malta e Sicilia deriva da un trascorso secolare e da una notevole vicinanza fisica. La storia, però, ha cambiato tutto.
Il sole, il mare e i paesaggi mozzafiato rendono le due isole delle mete turistiche di altissimo livello. La loro cultura, poi, le immerge in un corollario di tradizioni molto affascinanti e ricche di folclore, qualità molto gradite dai visitatori. Non tutti sanno, però, che queste zone a sud del Mediterraneo hanno avuto un legame storico durato secoli e che è stato interrotto solamente da parte di una dirompente avanzata militare proveniente dal nord.
Sono solo 100 i chilometri che dividono Malta e Sicilia. Le due isole fanno parte dello stesso arcipelago e notando una cartina del Mediterraneo, infatti, sorge immediatamente una domanda: “Come mai Malta non appartiene alla nostra nazione?”. Sin dal 1091 il paese dei Cavalieri era parte integrante del regno normanno di Ruggero d’Altavilla, il quale fu il primo re della Sicilia.
L’archeologia parla anche di influssi culturali esistenti fra questi due spettacolari luoghi sin dalla preistoria. Una serie di alternate dominazioni, poi, ha comunque mantenuto il forte legame fra di loro, fino ad arrivare a quella araba, che ha dato la base culturale più importante ad entrambe.
La storia che divide Malta dalla Sicilia
Il susseguirsi delle dinastie normanne hanno portato l’isola dei Cavalieri a seguire le orme di quella “madre” fino a che un brusco evento non ha portato alla loro separazione. Ancora sotto l’egidia del regno castigliano c’è sempre stata un’unione d’intenti. Il carattere mite della popolazione maltese ha portato gli spagnoli a permettere loro di autogovernarsi, fino a quando nel 1530, Carlo V ha concesso l’isola come lascito perpetuo e feudo dei Cavalieri di Malta.
Fu la forte richiesta del papa Clemente VII a dare una spinta al gesto effettuato da parte del re di Spagna. Infatti, l’impronta ecclesiastica dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme è insita nel loro nome e nella loro missione. Questi soggetti dovevano difendere l’isola e dare ospitalità ai tantissimi pellegrini in viaggio per Gerusalemme. Nel 1565 riuscirono anche a respingere l’avanzata dell’esercito ottomano, ma non quella napoleonica del 1798.
In quest’ultimo caso, fu la flotta francese a sferrare l’attacco, dopo che i maltesi rifiutarono l’approdo al proprio porto delle loro quattro navi in rotta per l’Egitto. La difesa fu lieve, visto che alcuni dei Cavalieri stessi erano francesi, oltre al fatto che il loro Ordine non gli permetteva di combattere contro dei cristiani. Inoltre, anche il numero dei militari era molto esiguo, dato che i maltesi erano solo un quinto in confronto a quelli napoleonici. Napoleone ordinò, come al suo solito, di saccheggiare casse e ricchezze del luogo, oltre a togliere loro l’autonomia politica.
Un’insurrezione, poi, portò al sostegno del loro legittimo re aragonese, Ferdinando IV, ma fu chiesto anche il supporto delle truppe inglesi di Giorgio III. Questa unione ha portato a scacciare i francesi dall’isola, ma l’alleanza con il regno inglese venne meno nel tempo, per via degli interessi economici e commerciali di quest’ultimo. L’isola divenne prima protettorato inglese, poi, col Trattato di Parigi del 1814 e i risultati del Congresso di Vienna del 1815, Malta divenne ufficialmente inglese.