La curiosità storica da conoscere: i romani ci passano ogni giorno ma non lo sanno che qui ha vissuto uno dei più grandi pittori della storia. Tutte le informazioni.
Passeggiare per Roma è sempre un’esperienza straordinaria, ovunque si guardi non si può che restare meravigliati. Roma, però, non è solo Colosseo, San Pietro, Foro Romano o Fontana di Trevi, esistono tanti luoghi ricchi di storia, fascino e bellezza che nemmeno i gli stessi romani conoscono a fondo. Luoghi dove magari si passa tutti i giorni, senza farci troppo caso ma che invece meriterebbero più attenzione, da parte de romani ma anche dei turisti.
Uno di questi luoghi è il Vicolo del Divino Amore, che si trova nella zona del Campo Marzio, in pieno centro, a pochi passi dal Tevere e da Palazzo Montecitorio. Questi vicolo che all’apparenza può dire poco è in realtà un luogo di grande importanza storica perché ospita una chiesa piccola ma significativa, la chiesa di Santa Maria del Divino Amore ma soprattutto perché qui è vissuto uno dei più grandi pittori della storia dell’arte italiana, Michelangelo Merisi, conosciuto con il più famoso soprannome di Caravaggio.
Scopriamo qualche dettaglio in più sul Vicolo del Divino Amore e perché visitarlo. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Il Vicolo del Divino Amore è una stretta e tortuosa stradina di Roma dalla forma irregolare che si snoda tra palazzi storici e più recenti da Piazza Borghese a Via dei Prefetti, nel rione Campo Marzio. Qui è vissuto Caravaggio, sebbene il Comune di Roma non abbia affisso alcuna targa celebrativa per segnalare e ricordare la casa dl celebre pittore. Inoltre, a circa metà del vicolo sorge la Chiesa di Santa Maria del Divino Amore, conosciuta anche con il nome di Madonna del Divino Amore in Campo Marzio. Fino fino all’inizio dell’800, la chiesa era dedicata ai santi Cecilia e Biagio.
La chiesa era dedicata a Santa Cecilia perché si riteneva, secondo una errata tradizione, che fosse stata costruita sulla casa della Santa. Le origini dell’edificio risalirebbero al 1131 o anche prima. Nel 1525, la chiesa fu affidata da Papa Clemente VII alla confraternita dei materassai, detti Materazzari o Materassari, che la intitolarono a San Biagio dei Materassari. Da qui venne anche il nome del vicolo, chiamato Vicolo dei Materassari.
Poi, nel 1729, sotto il pontificato di Benedetto XIII, la chiesa fu interamente ricostruita su progetto dell’architetto Filippo Raguzzini. Successivamente, nel 1802, Papa Pio VII affidò la chiesa alla Confraternita del Divino Amore (Arciconfraternita del santissimo Sacramento e della Madonna del Divino Amore), che diede un nuovo nome alla chiesa stessa e alla via su cui sorge.
Caravaggio abitò lungo questa strada nel 1604, quando era si chiamava ancora Vicolo dei Materassari. Nella prima foto in alto sopra la finestra con le persiane marroni, dopo le due finestre con persiane grigie, si nota una piccola apertura, una finestrella appena sotto il tetto. Quell’apertura l’avrebbe creata Caravaggio, che abitava in quell’edificio, per fare entrare la luce nella sua stanza.
In mancanza di una targa celebrativa, su un pannello lungo il vicolo è stato realizzato da uno street artist il ritratto colorato del volto di Carvaggio che richiama quello di Ottavio Leoni.
U altro luogo da vedere a Roma è la Sala delle Sibille, nel Chiostro del Bramante, non lontano dal Vicolo del Divino Amore.
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