Da sapere: perché si fanno i roghi alla Befana? Ecco perché si brucia la vecchia. Tutte le informazioni e curiosità.
Tra le usanze che ricorrono nel giorno dell’Epifania e della Befana c’è quella dei roghi dei fantocci, che spesso rappresentano proprio la Befana, vestita di tutto punto, con gonnellona, giacca, fazzoletto in testa e la scopa di saggina tra le mani.
Si tratta di antiche tradizioni pagane, di origine celtica, con cui si salutava l’anno vecchio per dare il benvenuto a quello nuovo e come buon auspicio per l’imminente arrivo della primavera, con i suoi frutti e il clima mite.
Oltre che roghi della Befana, infatti, si chiamano genericamente falò di inizio anno e alcuni si tengono anche prima, come il falò del Vecchione a Bologna alla mezzanotte di Capodanno, o più avanti, verso la primavera, come i falò di Carnevale.
Di seguito tutti i dettagli su una tradizione che risale alla notte dei tempi. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Perché si fanno i roghi alla Befana? Ecco perché si brucia la vecchia
La tradizione dei roghi della Befana è antichissima, risale a un’epoca precedente al cristianesimo e avrebbe origine nei riti propiziatori e di purificazione dei Celti. Infatti, è una tradizione diffusa nell’Italia nord-orientale e nell’Emilia occidentale. Zone dove si insediarono i Celti, prima dell’occupazione dell’Italia da parte dei Romani.
Gli antichi Celti accendevano davano fuoco a un fantoccio che rappresentava il passato, come buon auspicio per il futuro, soprattutto per il raccolto nei campi, e per ingraziarsi le divinità. I falò erano accompagnati da canti, balli e recita di formule di buon augurio.
La tradizione oggi
Questa antichissima usanza è rimasta in molte città di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. I falò vengono accesi le notti del 5 (vigilia della Befana) o del 6 gennaio, a seconda dei luoghi, e vengono bruciati fantocci che raffigurano la Befana. Il fuoco rappresenta l’abbandono del vecchio e la speranza verso il futuro. Oggi a recitare le formule di buon augurio, religiose, sono i parroci che in tante città benedicono i roghi con l’acqua santa.
Secondo le credenze popolari, la direzione del fumo e delle scintille del fuoco rappresenta un presagio per il futuro, buono o cattivo a seconda di dove sono diretti.
Tra i roghi della Befana più famosi c’è quello di Verona, Brusa la Vecia, che si svolge in piazza Bra, davanti all’Arena. Quest’anno, purtroppo, non si terrà a causa dell’inquinamento di polveri sottili. Anche un altro famoso rogo, quello di Padova a Prato della Valle è stato cancellato quest’anno. Al posto del fantoccio che brucia ci sarà una marionetta alta 6 metri.