Parliamo di un argomento di grandissimo interesse, che riguarda milioni di studenti italiani, i cosiddetti fuorisede. Secondo le ultime statistiche, nel nostro Paese sono circa 600 mila gli studenti fuorisede.
Secondo l’Osservatorio Talents Venture, i talenti emigrano dal Meridione per andare verso i grandi atenei del centro-nord Italia.
Il 27,4% degli iscritti frequenta un corso di laurea in una regione diversa da quella di residenza. Negli ultimi cinque anni, gli studenti fuori sede sono sempre cresciuti ad un tasso medio annuo del 2,7%.
Studenti fuorisede, una realtà importante
Lombardia (19%), Lazio (15%) ed Emilia Romagna (17%) accolgono da sole il 50% degli studenti universitari che decidono di cambiare n regione per studiare, sempre secondo le ricerche dell’Osservatorio. Questo vuol dire che il movimento che ne consegue, sotto vari aspetti, è davvero importante.
La vita dello studente fuorisede, diciamolo, non è sempre facile, secondo anche moltissime testimonianze che si susseguono nel tempo. Un giovane che lascia casa per andare a studiare fuori, in una città nuova, si trova comunque di fronte ad una nuova vita da gestire da solo, a prescindere dagli aiuti più o meno grandi che possono arrivare dalle famiglie, o dal tipo di carattere che si ha – elementi certamente importanti, che possono fare la differenza all’interno di questa esperienza.
Coloro che arrivano nella città dove ha sede l’Università scelta per conseguire la laurea, si trovano quindi di fronte ad una serie di situazioni da affrontare, prima fra tutte quella forse più spinosa: la ricerca di un alloggio. La questione legata a quest’ultimo è abbastanza profonda, ed anche dibattuta, anzitutto per il discorso del caos informativo nell’ambito della gestione degli affitti. A fornire delle delucidazioni è blogaffitto.it, che ha dato informazioni tecnico-giuridiche importanti a riguardo.
Affitto per i fuorisede, ecco cosa devi sapere
Certamente il numero degli affitti a studenti fuorisede aumenta di anno in anno e, diciamolo, rappresenta un target importante in ambito immobiliare. La prima cosa a cui fare attenzione è il contratto. E’ necessario sapere che per la categoria studenti fuori sede esiste uno specifico contratto di affitto, introdotto dalla legge 431/98 insieme agli altri contratti così detti a canone concordato. Tra le caratteristiche principali del contratto transitorio per studente fuori sede c’è la durata, che viene fissata ad un minimo di 6 mesi e massimo di 36 mesi , con uguale periodo di rinnovo automatico (per esempio 12 mesi + 12), salvo disdetta.
Per il proprietario della casa affittata, ci sono particolari agevolazioni fiscali sulla tassazione a favore, come l’aliquota della cedolare secca ridotta al 10% (contro il 21% prevista su contratti a canone libero) o una deduzione irpef sul reddito annuo da locazione del 33,5% (contro il 5% previsto come deduzione per il reddito derivanti da contratti a canone libero), oltre ad agevolazioni sulla registrazione e sull’Imu.
Il contratto per studenti fuori sede può essere intestato ad uno o più studenti solo se egli è residente in un Comune diverso da quello in cui frequenta l’Università (questo deve essere chiaramente specificato all’interno del contratto), il comune di residenza deve essere distante da quest’ultimo almeno 100 chilometri, e il comune in cui si prende in affitto l’immobile deve corrispondere a sede di università, o di corsi distaccati.
La detrazione è del 19% del canone annuo versato, con un tetto massimo di euro 2.633,00 (quindi la detrazione massima ammonta a euro 500,00) e deve essere rapportato alla percentuale di titolarità del contratto: ovvero, se il contratto è cointestato tra più studenti, indipendentemente dal fatto che i conduttori posseggano tutti i requisiti per usufruire del beneficio, dovranno calcolare la cifra sulla percentuale di “possesso”. Occhio però ad un particolare: la detrazione non spetta nel caso di sublocazione, perciò se allo studente si dovesse proporre la sublocazione, si rinuncia automaticamente alla detrazione.